Agnese Fontana, 43 anni, è impiegata presso gli uffici di assicurazione. È sposata con Salvatore, dalla loro unione sono nati Giulio, il primogenito, poi Ambra e infine il più piccolo, Vincenzo, di salute cagionevole, quando i genitori lavorano o i fratelli sono a scuola viene accudito da un’infermiera.
Sono passati circa tre mesi da quando si sono trasferiti nella casa della signora Bretoni che regolarmente a fine mese va a ritirare i soldi dell’affitto.
Salvatore non ha ancora liberato il capanno per disporvi i suoi attrezzi di lavoro e in casa ci va molto di rado. Non è un problema per Agnese, sa che quando il marito lavora a una sua improbabile opera d’arte l’artista non vuole essere disturbato, ma l’assenza si fa sentire, soprattutto per il piccolo Vincenzo.
Agnese ha appena finito di lavorare e decide di fare una sorpresa al marito, sarebbe passata a trovarlo.
Davanti all’entrata della falegnameria Agnese entra e non vedendo il marito da nessuna parte lo va a cercare tra gli scafali fino a giungere il retrobottega, dove viene attratta da strani rumori. La donna è guardinga, avanza con passo leggero, la porta del retro è socchiusa, la scosta leggermente e quello che vede la lascia esterrefatta. Suo marito sta facendo sesso con un'altra donna. Lo stupore iniziale si tramuta in dolore, rabbia e disgusto, le lacrime le rigano il volto, vorrebbe entrare, prendere il primo pezzo di legno che trova e fracassare la testa dell’uomo e di quella puttana. Ma non succede niente di tutto ciò, Agnese si ricompone, in silenzio si asciuga le lacrime ed esce dalla falegnameria diretta verso casa.
Salvatore continua a lavorare alla sua opera, Helga gli sta sempre vicino, lui la porta in ristoranti rinomati, lei lo consiglia su come lavorare meglio il legno, gli parla di Boris Volkov e di come si sono conosciuti. Salvatore chiede se tra lei e Volkov ci sia qualcosa, lei risponde che un tempo tra di loro c’era stata una relazione ma poi tutto era finito, ma da allora erano rimasti ottimi amici.
Helga apprezza molto il lavoro di Salvatore e gli garantisce che la sua opera d’arte sarà sicuramente esposta da Boris al museo. Il tempo passa e il giorno dell’incontro col più grande artista d’Europa è arrivato.
Una mattina una grossa macchina nera e lucida si ferma davanti alla falegnameria. Uno sportello si apre ed esce fuori un uomo di mezz’età con una colta barba grigia, un bastone da passeggio, pantaloni e giacca scura, una sciarpa bianca, un cappello sulla testa e degli occhiali da sole.
Boris Volkov si presenta sorridente a Salvatore stringendogli la mano, il falegname si sente come un bambino, non si era mai trovato di fronte a una celebrità di tale calibro. Salvatore accompagna Boris ed Helga nel retrobottega della falegnameria, dove l’opera attendeva di essere visionata nascosta da un lenzuolo bianco. Insieme a loro entra anche un giovane, forse l’autista, che porta un secchiello con del ghiaccio e una bottiglia di vodka Beluga per festeggiare.
Boris parla solo russo perciò a fare da tramite c’è Helga. Salvatore ci tiene a fare bella figura perciò prima di svelare la sua opera racconta a cosa si è ispirato e la storia che vuole raccontare. Boris ascolta in silenzio e quando Helga traduce fa dei piccoli sorrisi e poi dice qualcosa in russo. Helga guarda Salvatore e gli dice che è giunto il momento che mostri la sua scultura. Salvatore con le mani tremanti svela il suo lavoro, in quel momento il ragazzo che aveva portato la vodka soffoca una mezza risata.
Indispettito Boris inveisce contro il ragazzo sempre in russo ed Helga alla fine allontana il giovane autista, scusandosi anche a nome di Boris che sembrava mortificato continuando a parlare in russo. Helga traduce che quello sciocco non sa cosa sia la vera arte. Aggiunge che Boris è rimasto piacevolmente colpito dalla sua maestria. Salvatore è incredulo, Boris ed Helga sorridono. Il grande artista si avvicina e abbraccia Salvatore, contemporaneamente prende la bottiglia di vodka, la apre e la versa dentro dei piccoli bicchieri.
«Nasdrovie Tovarish! Salute Compagno!», grida Boris alzando il bicchiere in aria e bevendo seguito dagli altri.
La serata prosegue al ristorante tra Champagne, piatti prelibati e tanta vodka.
Helga da sotto il tavolo afferra il membro di Salvatore, gli fa l’occhiolino e gli sussurra la sua voglia insaziabile di sesso. Boris è mezzo sbronzo e sonnecchia dall’altra parte del tavolo. Helga dice a Salvatore di pensare lui al conto mentre lei accompagnava in macchina Boris.
Pregustando una notte di sesso infuocato Salvatore va a pagare, la cifra è molto più alta di quella che si aspettava, sono tanti soldi, soldi che non ha. Decide di staccare un assegno, è sicuro che i soldi gli rientreranno una volta che avrà portato la sua opera a Copenaghen e magari l’avrebbe venduta a qualche ricco magnate del petrolio o chissà chi altro.
Santiago Montrés