La stanza è quasi vuota
Disadorna
Guardando bene c'è tutto quello che occorre
Due ampie finestre aperte guardano sul Tago
I tetti di Lisbona sono ben visibili
Grossi tendoni di pesante trama sono accostati
Permettono al sole di entrare anche lui festante
I musicanti entrano
Sono in quattro e una cantante
Si accordano gli strumenti
Il tappeto di fattura maghrebina
Enorme, avvolgente, vissuto
I due amanti entrano distanti l’uno dall'altro
La stanza inizia a girare e loro con lei
La città sembra essere in festa anche lei
Danza ancestrale, danza di vita, danza di amore
Entra in loro
Li avvolge, travolge, solleva e poi rapisce
I corpi lievitano
Quando li depositerà la stanza sarà nuovamente vuota
Chiuderanno la porta alle loro spalle
I tendoni si rinchiuderanno fermando il sole
Domani un nuovo incontro chissà
Ma la danza avanza nei quartieri
Altri proveranno emozioni identiche
Ma tutte avranno lo stesso filo conduttore
I corpi, la musica, la città e naturalmente l’amore