Penso e alzo gli occhi al cielo, ma nessuno guarda in giù
Ripenso e li strabuzzo da ritardo genetico
Annoto su fogli lettere indecifrabili e tremolanti da geriatrico
Cancello messaggi con cuoricini irritanti, con manifestazioni di macchie rosse sulla pelle
Biglietti accartocciati riempiono il cestino edificando torri di Babele di pura celluloide
Matite spezzate mettono a nudo graffiti sottili, che sembra quasi si vergognino del loro stato
Telecomandi lanciati su un divano rimbalzano rovinando a terra, nel pieno rispetto di leggi fisiche
Fazzoletti inumiditi da lacrime salate, che potrei rifornite tutte le saline d’Italia
Accarezzo il gatto ma lui si defila, ha già capito l’aria che tira
Mi gratto la punta del naso rendendolo ancora più rosso, presente Patch Adams
Post-it al frigorifero ricordano che posso dimenticare, ma devo ricordamelo, posso farcela
Il phon mi asciuga i capelli lavati nervosamente, creando l’effetto istrice, esilarante per altre donne
Levo la biancheria troppo secca e il ferro da stiro già brontola al sol pensiero della fatica che dovrà fare
Cerco gli occhiali, dimenticati sulla testa, come se bastassero a vedere qualcosa di più roseo
Nei social non trovo risposte se non deviazioni da uno sconfortante reale
L’emicrania mista a un dolore profondo pulsa in testa, un misto tra House Music e E.R medici in prima linea
L’operatore del call center che chiama al telefono riceve in omaggio surgelati verbali
Anche la seconda vaschetta del gelato è stata aggredita dal mio mega super cucchiaio
Mi sveglio
Era un sogno
Ma ora so cosa fare
Se vuole ferirmi ancora, gli inietto in corpo le mie azioni di cuore, da Desperate Housewife
Poi vediamo se non ci ripensa