Nessuno è esente dagli errori.
Ma tutti ci chiudiamo in una torre di certezze, credendo che il nostro punto di vista sia migliore di quello dell'altro.
A volte lo facciamo inconsapevolmente, ci viene automatico.
Ci sono situazioni in cui mi trovo spiazzata da tanta ottimistica e gentile durezza nei confronti di chi non capiamo.
O che, semplicemente, vive diversamente da noi.
Il vissuto passato e personale ci porta a comportarci in una determinata maniera.
Mi faccio troppe domande, troppi perché mi frullano sotto i capelli ricci. Credo che dovremmo cominciare a cambiare prospettiva ogni tanto. Guardare oltre. Avere occhi che vadano in profondità.
Bisognerebbe dire grazie.
Bisognerebbe ricordare chi ci ha fatto del bene inconsapevolmente.
Comincio io…
Avevo una professoressa alle medie che mi ha lasciato la sua carezza dolce sul viso, che ha creduto in una ragazzina timida e ha dato una spinta potente ad andare avanti.
Avevo un'amica all'università che mi diede un disegno fatto da lei prima di mollare gli studi, che non ho più visto, ma che con un semplice gesto illuminò una giornata veramente cupa.
Avevo amici passeggeri sullo stesso autobus che hanno dato un senso a parole scritte con la penna cancellabile.
Inconsapevolmente è una bella parola.
Sa di una margherita nata spontaneamente.
Gesti gentili.
Fateli ogni tanto.
Io cerco di farli ogni giorno dopo la malattia.
Spero che mia figlia mi accompagni per questa strada.
Oggi è una giornata tersa e ventosa.
Il cielo è terso.
Che bello potersi affacciare alla finestra anche oggi.