Non è facile essere cattivi oggi giorno, niente affatto, ci vuole coraggio.

Esistono persone buone, sagge, umili, che piuttosto di ferire preferiscono subire in silenzio. Un logorroico silenzio.

Lucia era una di quelle persone. Aveva subito tante di quelle volte il giudizio assurdo e ingiustificato degli altri che quasi le sembrava di averci fatto l’abitudine, ma non era vero, non ci si fa l’abitudine.

Si può decidere di prendere la decisione più corretta, quella di evitare di rispondere ad arma tagliente con arma tagliente. Si può essere superiori e ignorare le cattiverie, ma non ci si fa l’abitudine.

Ogni volta che qualcuno a lei vicino, un conoscente, un'amica ipocrita, un parente, un collega di lavoro, la trattava con sprezzante superiorità, cercando il punto dove fa più male, lei ingoiava, sforzandosi di capire le difficoltà, il vissuto, la storia che aveva portato quella persona a dire, a comportarsi, a fare cose nei suoi confronti così incomprensibili, dal suo punto di vista.

Sarebbe bastata una risposta breve, ma decisa, che avrebbe fatto a fette l’avversario e l’avrebbe distrutto.

Era questo modo di pensare che la spingeva ad andare avanti. La convinzione che se solo avesse risposto come le suggeriva la sua voce interiore, la persona avanti a lei non avrebbe retto.

La sua voce interiore, la sua unica vera amica, provava e riprovava tutte le volte a tirarle fuori quel pensiero destinato a rimanere tale.

Era la pena per gli altri che l’aveva sempre fregata. Con le parole si può uccidere e Lucia lo sapeva. Le parole non tornano indietro, rimangono là dove le hai dette pronte a far sanguinare la ferita ogni volta che il ricordo gli cammina accanto.

Quella mattina però Lucia si era alzata diversa.

Il ricordo del sogno che aveva fatto durante la notte era ancora così vivido, tanto che sembrava lo potesse toccare, sul cuscino dal quale il suo viso sembrava non volersi allontanare. Era stato un sogno così strano e ingarbugliato, come lo sono sempre i sogni, che se avesse provato a raccontarlo non ci sarebbe riuscita.

La sensazione che però le aveva lasciato, era chiara, netta, quella no, non la poteva ignorare.

Si era svegliata cattiva, sinceramente cattiva. Non la infastidiva quella strana sensazione, anzi la faceva sorridere. Si sentiva insofferente, piacevolmente antipatica, superiore e arrogante. Si guardò soddisfatta allo specchio, immergendosi nell’oscurità del suo sguardo cercando la fonte di tutta quell'antipatia per il mondo e prese atto che c’era sempre stata.

Si truccò, si vestì, sorseggiò il caffè e infine fu pronta per uscire.

Non aspettò l’ascensore, non aveva proprio voglia di aspettare i comodi della coppia di anziani del primo piano che lo tenevano occupato alle ore più impensabili, nonostante non avessero niente da fare, come tutti i pensionati. Sorrise al vago ricordo che fino al giorno prima li aveva sempre giustificati.

Così scese i suoi tre piani a piedi e passò davanti alla porta dell’ascensore al pian terreno, proprio mentre ne uscivano i vecchietti del primo piano che si recavano sicuramente al supermercato a comprare tre mele, un etto di pane, due pomodori e due fette di petto di pollo, intralciando chi invece doveva andare a lavorare.

La portinaia, come al solito, era nella sua gabbia a osservare il traffico condominiale, senza perdersi un particolare di quel che le passava davanti agli occhi, con l’aria di chi giudica senza appello. Di sicuro ne aveva da ridire su ogni inquilino del palazzo.

«Buongiorno signora, è in ritardo stamani.».

Aveva fatto quell’affermazione squadrando Lucia dall’alto in basso e con il tono di chi guarda quel che fanno gli altri, ma mai abbastanza per sé. Lo faceva sempre, ma quello non era un giorno come tutti gli altri.

«E quindi?» Lucia non le toglieva gli occhi di dosso, la fissava con aria di sfida.

La portinaia era rimasta muta, la risposta di Lucia le era sembrata il ruggito di una leonessa, capace di scompigliarle la messa in piega. Se ne era tornata dentro la sua guardiola fingendosi occupata e con gli occhi bassi in cerca di coraggio. Quel genere di coraggio di cui sono carenti gli arroganti nel momento più opportuno.

Lucia si chiuse il portone alle spalle e lasciò che l’aria primaverile le rinfrescasse la mente.

Alla sua fermata l’autobus arrivava già con tutti i posti a sedere occupati quando, di prima mattina, mentre si va a lavorare, è così piacevole trovare un posticino vuoto per ammortizzare la sensazione negativa lasciata dalla sveglia. A lei non toccava quasi mai e dopo un paio di fermate, si trovava intrappolata in un frullato composto di studenti, impiegate e qualche anziano che non aveva niente da fare, se non occupare un posto sull’autobus in ora di punta.

La cosa che la sorprese piacevolmente fu che stavolta non si limitò a pensarlo e a sopportare.

Quando uno studentello con tre peli in faccia le spinse contro la schiena il suo zaino, lei non esitò un attimo.

«Senti un po’ bellino, lo zaino quando sali in autobus lo potresti anche togliere dalla schiena, o tutta la cultura che contiene non è sufficiente a renderti educato?».

«Quante storie! Pensa a farti gli affari tuoi brutta befana», fu la risposta che uscì dalla bocca di quel viso paonazzo che tradiva la vergogna di essere stato richiamato all’ordine da qualcuno che non era mamma e papà.

Gli amici sghignazzavano e lui si gongolava per la grande risposta che era riuscito a formulare.

«Tu sei un imbecille, probabilmente figlio di imbecilli e il mondo ti tratterà come tale, stai pure tranquillo. Ridi ora perché, appena ne avrà l’occasione, la vita lo farà con te»

Dette queste parole Lucia scese alla sua fermata, lasciandosi incurante alle spalle i commenti di quei ragazzini, ma tremendamente soddisfatta di non aver subito in silenzio.

Si avviò verso il suo ufficio, dove ogni giorno era trattata con ingiustificata superiorità da un capo spocchioso e da colleghi ruffiani e arroganti.

Entrò nel portone, salì in ascensore e, arrivata al quarto piano, aprì con le chiavi la porta di quella prigione quotidiana.

«Buongiorno a tutti» disse ad alta voce, chiudendo la porta con la spinta di un piede, mentre le sue labbra disegnavano un sorriso sarcastico sul viso illuminato da uno sguardo che, lì dentro, nessuno aveva avuto il piacere di incrociare.

Fino ad allora.

 

Tutti i racconti

23
27
143

Il drago spazientito

11 April 2025

«Sono William Knight di Black Rock, il miglior cacciatore di mostri! Tra breve, nella mia dimora, appenderò la tua testa schifosa sopra il camino del salone!» gridò con un'aria da spaccone il cavaliere corazzato, brandendo un'ascia bipenne contro la bestia squamosa di colore verde che torreggiava [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

  • Giuseppe Scilipoti: x Ondine: allora, se così fosse, io e Dragà🐉abbiamo qualcosa [...]

  • Walter Fest: Scilipò, perdonami non posso fare a meno di mandare un salutino a Flavia [...]

2
5
24

La discussione

Storie colorate

11 April 2025

Sentite questa quant'è bella, c'erano due frati che a piedi nudi sulla spiaggia al tramonto che volge al desio parlottavano con veemenza tra loro, che stranezza vedere due frati scalzi paciosi e paciocconi fare commenti coloriti su un accaduto, cosa era successo? Qualcuno forse per ischerzo gli [...]

Tempo di lettura: 3 minuti

  • Walter Fest: Ondine, credo che sei con noi da poco, manco un benvenuto devo averti dato [...]

  • Walter Fest: Ai miei due lettori che sono due ma è come se fossero 2000 dedico questa: [...]

12
4
44

Meeting

10 April 2025

"Allora - disse l’avvocato Diavolin - cari amici siamo giunti al termine ognuno faccia i suoi nomi." "Per me – intervenne prontamente l’onorevole Talis – la New New Agency per la vigilanza e per le pulizie la New Splendor&Risplendor dei fratelli Grattini." "Eh no, i fratelli Grattini sono [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

2
2
23

L'ULTIMA OCCASIONE DI UNO CHE ERA STATO CONDANNATO A MORTE

Si puo' sfuggire al destino?

10 April 2025

Nella quiete da brivido della prigione di Villa San Pedro , un uomo si trovava solo nella sua cella, avvolto in un'oscurità che pesava come una condanna. Renato , un ex insegnante di filosofia, attendeva l'inevitabile: il giorno della sua esecuzione, fissato per il giorno seguente. La sua anima [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Dario Mazzolini: benvenuto su LDM caro Davide.
    Bella e intrigante la storia narrata. Una [...]

  • Ondine: Benvenuto Davide. Già, chissà come ci di sente in quegli ultimi [...]

2
5
25

Ah, la gioventù!

10 April 2025

Avevo diciotto anni e vivevo in un luogo dove le giornate erano scandite da musica, feste, amici che andavano e venivano. Da casa nostra passavano personaggi bizzarri: il ragazzo poco più che ventenne che aveva già girato il mondo con solo uno zaino di conforto o Beppe “trip”, un tipo già grande [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Ondine: la storia è avvincente e scritta in modo piacevole, ma per te c'è [...]

  • Lawrence Dryvalley: "Non mi è simpaticissimo, ma lo tollero... Non ricordo come, però [...]

6
9
34

I ragazzi che partirono

…e quelli che tornarono.

09 April 2025

Mio nonno era sempre seduto al tavolo con lo sguardo perso nel vuoto e il fiasco di fronte a lui; ogni tanto si versava un bicchiere di vino e buttava giù. ‘Enzo vuoi che ti prepari una minestrina?’ Nonna Lia in realtà non amava cucinare, eccezion fatta per il cacciucco che comprava una volta al [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

1
4
10

Da Io so di non sapere a Gli esami non finiscono mai.

da Socrate ad Eduardo un Viaggio nel pensiero e nella vita.

09 April 2025

Socrate, il filosofo per eccellenza, ci ha lasciato un insegnamento profondo e umile: "Io so di non sapere". Questa affermazione, sebbene paradossale, rappresenta la base di una filosofia che invita alla riflessione, alla curiosità e alla ricerca continua della verità. In un'epoca in cui siamo [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Ondine: Sono parole sacrosante, - come dice Lawrence - e anche conosciute e diffuse, [...]

  • Gennarino: ondine: grazie

8
10
61

L'Avvento II

08 April 2025

Dalla finestra della cucina scorgo il mio guardiano cromato fuori in attesa. Non entrano in casa, chissà perché. Dall’arrivo degli orribili V’jtors siamo tutti in pericolo e restii a uscire. Sì gli “angeli” ci proteggono, viviamo tuttavia prigionieri. [NdA: sequel de “L'Avvento”, pubblicato su [...]

Tempo di lettura: 30 secondi

4
7
28

Un eventuale inizio.

08 April 2025

Il livello dell’acqua si alzava a vista d’occhio e in un attimo capì che doveva mettersi in salvo e correre dall’altra parte. Non aveva nulla con se e correndo si voltava per vedere ciò che stava lasciando. Ma la persona a cui pensava non era affacciata alla balconata. C’era una donna però, lei [...]

Tempo di lettura: 1 minuto

  • Vally: Grazie amici lettori per tutti i Vostri commenti. Effettivamente il pensiero [...]

  • Ondine: Ovvio che non fosse centrale il pensiero dell'acqua, ma è significativo [...]

5
6
34

La guarigione

07 April 2025

“Non si disperi, signor P. Nel giro di qualche giorno la terapia inizierà a fare effetto, e tra un paio di settimane dovremmo dimetterla. Se continuiamo così andrà tutto bene, non c’è nulla di cui preoccuparsi. La guarigione è un processo che ha bisogno di tempo, dopotutto.” Questo è quello che [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

  • Rossozzo: Grazie a tutti per aver letto il mio racconto!
    Per Dario: grazie mille [...]

  • Lawrence Dryvalley: Benvenuto, in questa stazione troverai sempre qualcosa da leggere, un lettore [...]

4
3
19

VESPE COL MAKE-UP

07 April 2025

Erano tutte elaborate: non c’era Vespina 50 che non avesse qualche archibugio nel motore in grado di garantire qualche km/h in più. Poi era obbligatorio salirci in due, con una zavorrina preferibilmente, perché le distanze si annullavano e si cominciava a prendere confidenza con le forme femminili [...]

Tempo di lettura: 2 minuti

4
6
24

Dal Giappone con furore (e anche qualcosa d'altro)

06 April 2025

Mia zia era sempre stata una persona con tante buone intenzioni. Ricordo che uno dei suoi pallini era proprio l'ospitalità: vagabondi senza un posto fisso con condotta nomade, senzatetto occasionali, gente comune raccattata qui e là e persino esuli stranieri. Quella volta tuttavia aveva superato [...]

Tempo di lettura: 4 minuti

  • L. Carver: Da parte mia, un inchino di ringraziamento alla maniera orientale ci sta.

  • Lawrence Dryvalley: AhAh, Scandicci-san e il Natale! Molto divertente, well done! Ciao, anzi... [...]

Torna su