n. 3 aprile 1940 m. 7 agosto 2003
Questo nome con sonorità anglosassoni me lo impose mia madre appassionata delle storie dei cavalieri della tavola rotonda.
E mi ha sempre creato problemi fin dall’infanzia. A scuola mi canticchiavano una filastrocca: “Percival rompe le pall”.
Forse anche per questo a 18 anni sono emigrato negli Stati Uniti. E ho fatto fortuna. Dopo 20 anni sono tornato al mio paese e ho messo su un’agenzia di noleggio di auto americane per i matrimoni e un'azienda agricola che esporta prodotti agricoli negli States.
Ho conosciuto Addolorata, una vedova dagli appetiti sessuali insaziabili che non sempre riesco a soddisfare. Il paese è piccolo, la gente mormora, ci si mette anche Addolorata e tutti sono a conoscenza delle mie debacle.
Molti compaesani cominciano a chiamarmi Percy Non l’ha duro.
Me lo scrivono sui muri mettendo in dubbio la mia virilità
La insaziabile Addolorata, stanca della mia scarsa attività sessuale, in occasione di un convegno amoroso a casa sua mi prepara la cena e mette, ovviamente a mia insaputa, nel piatto della minestra una dose massiccia di Viagra.
Anche io, ignaro, prima dell'appuntamento ingoio un'altrettanto robusta dose di Viagra.
E dopo aver trangugiati due piatti stracolmi della minestra corretta mi sente morire dato l'effetto doppio dei due medicinali.
Mi si drizzano i capelli, divento rosso come un gambero, non spiccico più una parola, strabuzzo gli occhi fuori dalle orbite, mi muovo convulsamente, finché stremato stramazzo al suolo, in apparente stato di coma più che profondo.
Addolorata è addolorata di quanto accaduto, cerca di rianimarmi con ogni mezzo, mi spoglia nudo e quando mi toglie le mutande un obelisco enorme svetta tra le gambe: La rigidità post mortem e il Viagra hanno fatto effetto
La cassa da morto nella quale vengo sepolto ha una cupola centrale per contenere l'ultimo simbolo della mia virilità misconosciuta.
E sul muro di cinta del cimitero, il giorno del funerale una mano ignota appone una scritta:
PIGNATURO PER SEMPRE DURO!