Le informazioni che aveva Leila su sua sorella erano pressoché nulle. James volle vedere la stanza di Carla e lei lo accompagnò con una allegria che rasentava l'inquietudine. Quando entrò gli sembrò di essere immerso dentro al set di Star Wars: poster degli attori ricoprivano interamente le pareti, statuine di ogni personaggio, persino gli abiti dentro l'armadio ricordavano vagamente quelli della saga, per non parlare delle spade laser. Ad un tratto l'attenzione di James si spostò sulla scrivania dove giaceva, in bella vista, una locandina: “Giovedì, venerdì e sabato, 6-7-8 agosto, raduno dei fans di Star Wars a Roma” ecc. ecc.
Per la miseria! Carla non era scomparsa, era andata al raduno! Eccitato come uno scolaretto di prima elementare, James annotò tutte le informazioni sul taccuino, scarabocchiando lettere comprensibili solo a lui. Tornò in soggiorno e trovò i genitori di Carla appena rientrati dalla veglia di preghiera per la figlia scomparsa. Dall'abbigliamento scopri, senza alcuna ombra di dubbio, da dove veniva la passione per Guerre Stellari.
“Signori” disse senza indugio “credo di avere informazioni sufficienti per una rapida soluzione di questo intricato caso di sparizione. ” Leila si lasciò sfuggire un gridolino di eccitazione, i genitori restarono impassibili avvolti nelle loro tuniche da Jedi.
James salì sul primo treno disponibile che da Bologna lo avrebbe condotto a Roma, l'aereo sarebbe stato poco economico seppur molto più veloce. Quando giunse a Cinecittà ebbe la certezza che la gemella scomparsa potesse essere lì, ma dove? Incontrò svariati Han Solo, numerosi Obi Wuan Kenobi e centinaia di Leila. Dov'era Carla? Si sentiva più Poirot che Bond, anzi, in quel frangente, non era altro che Giovanni Calamaretti. Improvvisamente ebbe una folgorazione: il personaggio preferito di Carla era il gigante peloso! Oh, caspita! Come si chiamava? Chube qualcosa… Anche lì la ricerca era ardua. Raccolse le idee: agosto, Roma, 34 gradi centigradi, il peloso era un gigante di almeno due metri di altezza mentre Carla, con i tacchi, non arrivava al metro e sessanta. Un Chubecchino insomma. Sotto al palco dove alcune controfigure se le suonavano di santa ragione a son di spade laser, James fu distratto da un costume piuttosto insolito, fatto sicuramente a mano con piume di gallina padovana. Si avvicinò con circospezione, pose le sue mani sulle spalle della sospettata e sfilò il cappello; sotto al camuffamento artigianale eccola lì: Carla in persona!
“James!” Urlò sorpresa ed eccitata lei.
“Carla?” Chiese ancora più sorpreso lui “Hai idea che hanno sporto una denuncia per la sparizione di una donna? Ci hai messo nei guai, avrei potuto essere incriminato per omicidio e occultamento di cadavere, visto che sono l'ultimo ad averti incontrata.”
“Come la fai lunga! Tu sei James! James Bond. ”
“Piantala Carla, io sono Giovanni Calamaretti, vice ispettore del Commissariato di Vattalapesca, misero paesino della Padana. Ho affrontato un viaggio massacrante, sopra un treno senza aria condizionata che viaggiava con 55 minuti di ritardo. Ora sono nel bel mezzo di una saga stellare sotto al cocente sole romano di agosto, con una ragazza vestita da gallina! Andiamo a casa.”
Carla non fiatò, prese il suo zaino e lo seguì. Navetta, stazione, treno in ritardo di 45 minuti senza aria condizionata. Il caso era stato risolto, quel che è certo: James non avrebbe mai più guardato Star Wars.