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Caramella era una dolce bambina che sapeva farsi amare per la sua delicatezza e simpatia. Era una vera amica e sapeva trovare sempre una parola di conforto per chi si trovava in difficoltà o aveva subito un torto. Viveva con la nonna perché i suoi genitori erano passati in paradiso con l’aeroplano durante un viaggio di piacere. In quei giorni Caramella era rimasta a casa con l’anziana donna perché piccolina e da lì non era più ritornata a casa dopo la tragedia ma era rimasta affidata a lei, che, vedova, non le avrebbe mai fatto mancare niente. Era ormai una seconda madre, anche perché assomigliava tanto alla figlia che a volte sembrava a Caramella di vedere l’ immagine della sua mamma invecchiata nel suo viso. Solo che ricordava la sua mamma altissima con gli occhi azzurri quasi come una tedesca mentre la nonna era bassina ed ogni anno s’incurvava sempre più a causa delle artrosi alle gambe. Era cresciuta Caramella con una tale fretta quasi volesse riconquistare il mondo immediatamente dopo la tragica dipartita dei suoi genitori. Era cresciuta bene e sempre cordiale cominciava ad assomigliare alla madre altissima, con belle gambe ed una corporatura slanciata. Sembrava una modella e giurava che un giorno sarebbe diventata un hostess per provare le stesse emozioni di sua madre e di suo padre durante il volo. Ma era molto legata a quella nonna, sempre ben disposta a consigliarla sulle cose del mondo, a offrirle affetto, a reguardirla quando i suoi capricci potevano sembrare più numerosi del normale. Una “nonna sprint” , la chiamava. Sempre presente quasi votata a sostituire la mancanza dei suoi genitori naturali. Ma gli anni passarono in fretta e mentre Caramella si faceva sempre più fresca e più bella la nonnina sembrava appassirsi come una rosa. Tanto che in una notte lasciò anch’essa questa terra. Lo strazio di Caramella fu enorme. Si sentì tradita da quella nonna che sembrava eterna. “Perché, perché mi hai abbandonato”- sembrava gridarle Caramella. Un dolore atroce ed inaspettato che la portò a cercarsi presto un lavoro per non soccombere alla solitudine e cercare di ammortizzare quel tragico evento. Dopo che la nonna fu tumulata, esattamente dopo quindici giorni, arrivò una lettera di una compagnia aerea, che annunciava l’assunzione di Caramella come hostess. Al dolore subentrò una grande gioia, che però continuava ad essere amara, essendo venuta a mancare la compagna della sua vita: quella nonna, che le aveva fatto da madre, da nonna e da padre. E fu così che Caramella fece il suo primo volo da hostess. E così tanti altri. Ma il suo viso era sempre triste. I suoi colleghi la chiamavano Caramella Amarena. Si Sentiva sola, ma così sola che un giorno non si presentò al lavoro. Cercarono di rintracciarla in ogni dove. Fu sostituita per quella giornata ma tutti si chiesero dove fosse andata a finire quella splendida creatura. Non si trovò più Caramella. Per mari e per monti la cercarono. Quando i carabinieri andarono a visitare la sua casa non trovarono alcun indizio, nè una situazione che potesse far pensare a qualche disgrazia. Solo un agente, dopo la perlustrazione, prima di andarsene notò accanto alla fotografia che ritraeva una coppia felice ed un’altra una vecchietta ricurva, una caramella sciolta, dispersa per il mobile, che riusciva a toccare e ad unire con la sua dolcezza liquida le immagini fotografiche. Non notò niente di particolare ma chiese chi fosse mai stata la donna delle pulizie che non aveva saputo pulire per bene quel comodino.
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Utente Anonimo
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Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]
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