Una notte silenziosa avvolgeva il piccolo cimitero al margine del villaggio, mentre una luna pallida e spettrale si stagliava nel cielo.
Il chiarore argenteo si rifletteva sui tetti delle case, creando un' atmosfera quasi surreale. Gli abitanti, chiusi nelle loro dimore, sembravano trattenere il respiro in attesa di qualcosa di ignoto.
Le ombre danzavano tra le lapidi come anime inquiete. Il vento sussurrava tra gli alberi, portando con sé storie di un tempo passato, di vite vissute e perdute. La luna, in quella notte particolare, vegliava su di loro con un'aura di malinconia e mistero.
Una di loro si muoveva più lentamente, seguendo il sentiero tra le tombe.
I passi erano leggeri, quasi volessero rispettare il sonno eterno dei defunti. Si fermò davanti a una lapide ricoperta di edera, sotto un' antica quercia, e l' accarezzò con dolcezza. Un sospiro sfuggì dalle sue labbra, un ricordo del passato che si faceva strada nel presente.
La luna, alta nel cielo, sembrava osservarla colma di comprensione. Il suo chiarore illuminava il viso della donna, rivelandone le lacrime. Era una notte di addio, di riflessione e di pace. Sotto quella luna funeraria, le ferite del cuore venivano lentamente curate dal tempo e dalla natura.
In quel silenzio solenne, la giovane donna trovò conforto.
Mentre il vento continuava a cantare la sua dolce nenia, si allontanò, promettendo a se stessa di tornare.
Quella luna, immutata nel suo splendore funereo, illuminava il cammino di chi cercava risposte e serenità.
Sotto di essa, Il Grande Silenzio.