Beati i santi
Nel loro cielo di biscotti.
Beati gli sputi,
Il traffico,
La vertigine.
Beati i ricchi,
I ragazzi,
Beati gli strozzini.
Beati gli scrittori,
I parvenu,
Beati i critici -illusi e non.
Beati i sognatori.
Benedetti i treni e il ritardo,
Benedetta maleducazione,
Eccitazione,
Beato il sesso e chi lo fa.
Santo il nome dello spirito,
In pace
Ma di più in guerra.
Santo chi produce mine
Ma vende anche cerotti.
Beato chi perde una gamba
Poiché zoppo all'inferno
È pure un poco meglio.
Benedetti i pochi soldi a fine mese,
i lunghi giorni di lavoro che non sanno di niente.
Benedetti gli straccioni,
I cessi da pulire
E le bollette care come il fuoco.
Sante le bestemmie.
Beato il governo e gli astenuti,
Santi gli oppositori nelle loro quattro sedie,
Ma più santi ancora i favorevoli alla maggioranza.
Santissimi i castighi divini al ceto medio
E le stangate a quello schifo di poverazzi.
Beato il vizio e l'infamia.
Beati i mistici,
I venditori,
Benedetti i prestanome.
Fortunato chi non sa leggere
Né contare,
Viva gli ubriachi e il loro barcollare.
"Santo subito!" l'agitatore del momento
E l'elargitore
E il paraculo a pagamento.
Viva le redazioni,
La trattativa Stato-mafia (con la minuscola),
Pace al maresciallo,
Al capitano
E pure all'autobomba.
Santo il sangue stragista, la passione
Il '68
E le camionette della Digos.
Santa l'Italia dei satiri e dell'editto bulgaro,
Santa l'Italia della stampa dei partiti
Santissimo l'inno di Mameli ai mondiali,
Sacrosanta l'Italia de "godi Fiorenza..."
Beati gli ottocento euro a nero
E la vita che scivola tra martedì e domeniche
Su marciapiedi frettolosi,
Sempre oscillando tra tristezza e malumori,
Fra gli abbracci facili,
La fragile malinconia.
Viva "loro",
Viva "noi",
Viva tutti,
Santa miseria!
Già,
Viva tutti questi attori
Ma soprattutto
I santi e i loro cielo di biscotti.