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Marcella aveva preparato tutto con molta attenzione: la sua ‘mise’ più provocante, il letto disfatto pronto ad accogliere l'amplesso, le tende scostate in modo che entrasse la luce dei due lampioni che illuminavano la strada proprio vicino alla sua finestra, la porta dello studio aperta in modo da poter vedere il suo Augusto intento alla scrittura del suo romanzo, un pacchetto di Mercedes lunghe e sottili col filtro, l'accendino d'oro per accenderle.
“Augusto... amore, cosa aspetti a venire da me? Ho quasi finito la prima sigaretta!”
Il ticchettio della macchina da scrivere era incessante...
… tic, tic, tic, sempre più nervoso e veloce, interrotto ogni tanto dal ‘ding’ del ritorno a capo.
“Augusto, dai! Ho voglia di fare l'amore! Non farmi aspettare ancora: sono alla terza sigaretta... mi faranno male!”
Dopo la decima sigaretta, Augusto finalmente si alzò dalla sedia e con grande calma, spalancò la finestra, per fare uscire il fumo che aveva invaso la stanza. Si sporse più che potè fuori dalla finestra, per riempire a pieno i polmoni di aria fresca, poi si avvicinò a Marcella e finalmente la abbracciò con amore, la sollevò dal letto stringendola al petto e… la catapultò violentemente fuori dalla finestra.
Poi, come se niente fosse, rientrò nel suo studio, chiuse la porta e riprese a scrivere il suo ultimo capitolo.
27/04/2017 Lecce
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Utente Anonimo
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