Amo appassionatamente lo stile delle cattedrali e quando posso faccio un salto a Milano a bearmi del fascino ineguagliabile del Duomo, una montagna di marmo rosa delle cave di Candoglia, nel Verbano.
La seconda visita d'obbligo è al Louvre, uno dei più grandi musei del mondo ( non indaghiamo su come ha avuto tutte le opere d'arte che contiene ) Passiamo sotto alle Piramidi di cristallo e dentro ci accoglie la Nike di Samotracia, uno spettacolo alta due metri e mezzo posata sulla prua di una nave di cui non oso nemmeno immaginare le dimensioni. Bellissima. La sorpassiamo e ammiriamo dallo scalone ma non suscita molto interesse nei miei compagni di viaggio.
Siamo nella galleria dei dipinti nella sala di David, il pittore ruffiano che si adattava ai potenti del momento con estrema facilità. Ha dipinto grandi quadri, ma penso che il più emblematico sia la morte di Marat.
A me interessa Pussin, i suoi quadri mi intrigano perché scopiazzando un po' Leonardo, ha inserito tanti accenni e riferimenti biblici, quasi figurine di un rebus. E infine arriviamo davanti a Lei madame la Gioconda, la più bella, la più affascinante e misteriosa signora della storia dell'arte. Sono affascinata, come tutti quelli che si fermano qui davanti a questi occhi che ti seguono. Uno che non subisce cotanto fascino ci trascina via e finalmente vedo anche la Vergine delle Rocce, altro rebus. I quadri di Leonardo, in quanto a rebus fanno sembrare la Settimana Enigmistica, un giornalino da dilettanti. Come in tanti altri suoi dipinti messer Leonardo ha nascosto dei piccoli cenni e riferimenti tutti da scoprire. Mi riempio gli occhi di tanta bellezza e so che non la dimenticherò mai perché mi è entrata nel cuore.
Scendiamo al piano inferiore fra le statue di Michelangelo, trafugate da Napoleone, ma quella che la fa da padrona è la Venere di Milo che ammalia tutti i maschietti che non smettono di girarle attorno perdendo letteralmente la testa davanti a tanta beltà. Io proseguo e mi soffermo davanti all'Ermafrodito che dorme tranquillo nel suo sonno di marmo. Inquietante e bello.
Ma ciò che mi affascina e da cui non so staccare lo sguardo è il gruppo di Amore e Psiche del Canova. Stupendo è dire poco, è banale.
Quel meraviglioso leggerissimo angelo ad ali spiegate, pesante più di una tonnellata, sembra librarsi in volo mentre abbraccia per un ultimo bacio la bella Psiche. In quella statua c'è tutto : c'è l'amore dei due amanti, e l'amore dell'artista per la sua opera e il mio amore verso l'opera d'arte. Mi gira la testa.
Usciamo dal Louvre e andiamo verso il traliccio dell'enel...ooops! Pardon... Andiamo a visitare la Tour Eiffel. La cosa più brutta di Parigi, la più visitata, ormai simbolo della città. Ci fu un grande personaggio del secolo scorso che passava i suoi pomeriggi nel ristorante del primo piano perché << E' l'unico posto di Parigi da dove non vedo questa mostruosità >>
Non sono salita sulla sommità, l'ho guardata dal basso ben bene ed ho pensato '' Ma sì. se per caso
la lanterna decide di scendere la vedrò volentieri, ma io lassù non vado nemmeno se mi ci trascinano ''.
Mangio per la prima volta il kebab, e la nostra guida l'insegnante di francese che ha vissuto dieci anni a Parigi, si perde all'uscita del metrò e ci fa salire e scendere due volte dalla stessa scala prima di capire dove sta l'uscita.
Quando usciamo ci accoglie un raggio di sole '' stronzo, non potevi uscire stamattina''. Tutte le sere siamo tornati in albergo col sole. Fanculo. Ho preso tanta di quella pioggia che nemmeno durante un'alluvione.
Però è stato bello, tempo a parte, Parigi è fantastica e sulla collina del Sacro Coeur, ho visto gli artisti e i pittori e mi è venuta voglia di boheme. Va beh ! Và, scendi coi piedi per terra che sei tornata Torino e domani ti fiondi dentro l'Egizio e ti rifai gli occhi con le mummie di Drovetti.