<Volevamo raccontarvi una storia, lo potevamo fare in ogni momento e in qualsiasi luogo, ma ci è sembrato più opportuno farlo proprio sul posto dove si dice sia accaduta. Una leggenda quindi, ma come dovreste sapere, tutte le leggende hanno sempre un fondo di verità. Qualcuno di voi, credo sa di cosa stiamo parlando, certo uno di voi lo sa di sicuro.>
<Stiamo parlando delle colline arcobaleno, chi ne ha sentito parlare?>
I giovani si guardarono in faccia uno con l’altro, ma nessuno alzò la mano, il ragazzo che lo sapeva si astenne come gli era stato consigliato.
<Vedo che nessuno le conosce allora il nostro espediente per conservare la sorpresa ha funzionato, ora ve la racconteremo. Mettevi comodi e ascoltate bene, alla fine vi faremo delle domande per vedere se avete capito il nesso o, se volete, la morale di questa storia.>
<Allora cari ragazzi come potete vedere davanti a voi ci sono delle colline, piccole alture che in alcuni casi sono servite per costruirvi dei paesi. A quei tempi si preferiva costruire i paesi e le città sopra le alture per potersi difendere da invasioni e anche perché no, dalle calamità naturali. Ora, se guardate bene un po’ a destra decentrate rispetto al centro si vedono due paesi, sono molto piccoli, appena si vede qualche tetto e il campanile. Fateci caso sono uno tutto a destra e l’altro spostato sulla collina di fronte, fra quei due paesi scorre il fiume che abbiamo qui sotto di noi. In mezzo ai due paesi si è creata così una valle, molto fertile per la presenza dell’acqua. Tanto tempo fa per quella valle i due paesi erano sempre in conflitto fra di loro, non facevano altro che litigare e nel tempo hanno fatto anche delle guerre per avere il diritto esclusivo sulla valle.>
<Non riuscivano proprio ad andare d’accordo, era nato un odio feroce fra loro, tanto che anche i giovani che in genere non danno molto peso a queste cose, erano schierati contro. Nessuno si sposava con quelli dell’altra parte, non c’erano rapporti commerciali, niente! Non si sopportavano in nessun modo. Le cose andarono avanti per molto tempo, per intere generazioni, i paesi diventavano sempre più poveri , qualcuno cominciò in silenzio a scendere a valle e a stabilirsi sulla propria sponda del fiume, nacquero le prime case, sia da un lato che dall’altro. Si guardavano sempre in cagnesco, ma il fiume funzionava come un confine naturale e ognuno restava sulla propria riva. Sembrava che le cose si stessero normalizzando quando in un inverno particolarmente rigido, ci fu un lungo periodo di maltempo che fece ingrossare il fiume e un giorno con un boato terrificante una valanga d’acqua scese dai monti ingrossando il fiume, facendolo straripare. Gli abitati che erano sorti sulle rive furono spazzati via, per fortuna gli abitanti si erano messi in salvo salendo la collina e tornando al paese. Il maltempo continuava a far salire le acque del fiume e i paesi si trovarono circondati dall’acqua, non potevano andare da nessuna parte, non potevano approvvigionarsi, erano isolati sulla cima della rispettiva collina. Fu una vera catastrofe, la gente era impaurita e angosciata, stavano correndo un gravissimo pericolo che fece riflettere a lungo gli anziani dei singoli paesi. Ci furono riunioni su riunioni, la decisione da prendere era importante, alla fine, perdurando ancora il cattivo tempo si decise di unire le forze, di scendere a patti con quelli che ognuno considerava il nemico. Ci furono diversi incontri fra i capi dei due villaggi e fu deciso un armistizio, per far fronte comune al pericolo che sovrastava i due paesi. Le due fazioni s’incontrarono ancora una volta e per farlo scelsero un punto a valle che per il momento non era stato ancora interessato dalla violenza delle acque.>
<In pratica c’erano quasi tutti gli abitanti delle due frazioni, a parte i vecchi infermi e le donne impegnate con i bambini più piccoli tutti gli altri erano presenti, volevano assistere alla stretta di mano dei due sindaci. Ci fu un momento di estrema tensione fra le parti, quando un fulmine cadde poco lontano dall’assembramento. Questo indusse i due capi ad affrettare la cerimonia per poter tornare a casa e non restare sotto l’acqua del temporale. Arrivati al faccia a faccia i due si guardarono per un attimo poi decisi tesero la mano verso l’altro e la strinsero con vigoria. Ci fu un grosso applauso fra la gente e molti, a cominciare da quelli che erano indietro, fecero per girarsi per tornare a casa ,quando d’improvviso la pioggia smise di cadere. Il vento sembrò fermarsi e nel cielo, come un uovo che si schiude per far uscire il pulcino, si diradarono le nuvole. Un azzurro fece capolino dietro la coltre nera delle nuvole che mantennero ancora un colore grigio fino a quando con grande sorpresa dei presenti il sole si fece vedere. La gente con il naso all’insù guardava incredula il cielo e il suo repentino cambiamento. Mentre era ancora con lo sguardo rivolto verso l’alto, apparve nell’azzurro del cielo, ormai sgombro di nubi, un maestoso arcobaleno coloratissimo, nitido, perfetto e con stupore, tutti si accorsero della sua particolarità. L’arco perfetto era proprio al centro della valle e le due estremità collegavano i due paesi come in una grande abbraccio colorato. Le due popolazioni rimase stupefatta da quell’evento, un arcobaleno bellissimo stava unendo i due paesi che per tutto quel tempo erano stati nemici. La cima delle due colline sembravano incendiate dai colori di quell’arcobaleno. Le persone come prese da una febbre di gioia cominciarono ad abbracciarsi fra di loro, amici e nemici uniti tutti in un grande abbraccio collettivo. Dopo le effusioni di gioia si unirono ancora in discussioni echiacchierate amichevoli, poi dovettero a malincuore lasciarsi per tornare su ai rispettivi paesi in cima sulle colline. gli anziani e i sindaci dei due paesi decisero in quel frangente, di costruire al più presto un ponte per dar modo a tutti di poter andare da un punto all’altro senza dover fare un giro di molti chilometri. Era ora di uscire da quell’isolamento che durava ormai da troppi anni. Da quel giorno le colline furono chiamate << le colline dell’arcobaleno>>. Il ponte fu costruito a tempo di record con la collaborazione di tutti e da allora, la comunità vive giorni di benessere e di armonia.>
La responsabile che stava raccontando la storia, s’interruppe e i lupetti si scatenarono in un applauso. Dopo quella dimostrazione Bagheera, così si chiamava il capo donna che aveva raccontato la leggenda ritenne inutile chiedere ai ragazzi la morale della favola, dalla loro reazione aveva capito che il messaggio era stato recepito.