Alice arrivò al portone del Paese delle Meraviglie, ma con sua grande sorpresa lo trovò chiuso. Un grosso cartello diceva:
CHIUSO PER RESTAURI RIAPRIREMO IN DATA DA STABILIRE.
<<Cavolo, ci mancava solo che chiudessero e adesso dove vado? Tanto vale tornare a casa e mi verrà un'idea strada facendo>>.
Tornata sui suoi passi, camminava svogliatamente, decapitando i papaveri sul ciglio della strada con un bastoncino e borbottando fra se e se frasi senza senso, quando davanti a lei apparvero due figure: Pinocchio e il Gatto senza stivali e l'aria depressa perché Banderas glieli aveva rubati come souvenir dopo l'ultimo film di Shrek. <<Ciao ragazzi - li salutò Alice - dove andate di bello?>>
Pinocchio con la solita arietta garrula da monello rispose: <<Non sappiamo dove andare e cosa fare perché hanno chiuso il Paese dei Balocchi e pensavamo di fare un salto nel paese delle Meraviglie>>.
<<Purtroppo hanno chiuso anche quello e a quanto ne so anche la Repubblica delle Banane è chiusa perché è in atto una rivoluzione>>.
<<Che intendi dire?>>, chiese il Gatto, che senza stivali diventava un po' tardo di comprendonio.
<<Intendo dire che i bananoti, stufi di farsi prendere in giro si stanno ribellando e fanno la rivoluzione>>.
Pinocchio, che non aveva capito nulla, propose: <<Possiamo andare all'Agriturismo Eden, dove c'è Eva che fa torte di mele buonissime>>.
<<Sì, sì, le torte di mele sono buonissime ma c'è quel serpente che gira lì intorno e non si capisce mai se ha mangiato o se deve ancora mangiare e ti guarda concupiscente. E c'è il marito di Eva che è sempre strafatto e si coltiva l'erba in casa, in abbondanza>>, rispose il gatto, con la poca lucidità che gli era rimasta. Alice non vi badò. <<Avete sentito la storia dei due figli di Eva? Uno si chiama Caino ed è un bravo ragazzo. Un giorno che ne aveva le scatole piene di suo fratello sempre strafatto d'erba, che proprio quel giorno stava facendo i fumetti per insegnare a Manitù i segnali di fumo, gli ha tirato un sasso in testa. Non un sasso grande, un sassolino che colpì Abele, il quale perse l'equilibrio e andò a sbattere su un grosso masso e lì rimase. Non vi dico il casino che ne è venuto fuori. Arresto, processo
nessuno tocchi Caino, ed ora il poveretto è costretto ad apparire tutti i giorni in televisione nei programmi pomeridiani, fa la pubblicità ad una bibita nera e pare che il presidente voglia nominarlo ministro di Grazia e Giustizia>>.
<<Ben fatto - esclamò il Gatto - gli daranno il giusto riconoscimento>>. Pinocchio non era in grado di cogliere l'ironia del Gatto, ma era memore del pasticcio fatto nel paese di Acchiappa Citrulli, e parve alquanto dubbioso. C'era qualcosa che non tornava, ma non capiva cosa.
I tre cammina, cammina arrivarono in riva al mare. Alice si spogliò subito e si buttò in acqua tutta nuda, il gatto, che come tutti i felini aveva paura dell'acqua, si sdraiò all'ombra di un cespuglio di salinaria. Anche Pinocchio si tuffò, ma essendo di legno restò a galla e fu ingoiato da un pescecane da dove lo avrebbe portato in salvo il signor Tonno (ma questa è un'altra storia).
Dalle profondità marine, Tritone, il figlio di Nettuno, vide che Alice era un bocconcino niente male e salì in superficie, abbracciò la ragazza e la trascinò verso gli scogli per giocare a nascondino con lei e con le sirene sue sorelle (maligni, voleva solo giocare, non pensate sempre alla stessa cosa).
<<Che meraviglia - disse Alice il mattino dopo svegliandosi - è stata una vacanza breve ma intensa e mi sono divertita tantissimo>>.
I restauri del Paese delle Meraviglie durarono molti anni fra tangenti, bustarelle, e azioni fraudolente, non hanno ancora riaperto. Il Paese dei Balocchi è diventato il Paese di Calciopoli, dove vive un popolo che ha a cuore solo il pallone e si disinteressa di tutto il resto. Il Gatto ha recuperato gli stivali quando Banderas ha tradito l'amicizia frequentando una gallina con la quale si incontrava dentro un mulino. Alice è diventata grande ed ha aperto finalmente gli occhi, non crede più a tutto quello che le dicono e pare voglia darsi alla politica.