La luna piena rifletteva la sua facciona tonda sulle acque placide del lago. La notte era calda senza vento e quaranta quattro gatti in fila per sei col resto di due, passeggiavano sulla riva ghiaiosa. Si guardavano sospettosi, come gatti sospettosi, sotto i baffi dritti dritti. Stavano andando al raduno sul pontile dove Ciribiccolo, il capo dei gatti, li aveva convocati per parlare di cose importanti. D'improvviso le acque del lago parvero ribollire, un movimento frenetico di pinne e di squame lucenti <<Guardate - disse Nerina indicando la riva - Stanno uscendo dall'acqua>>
<<Per noi è una buona cena >> rispose Tigrata, la vecchia e spelacchiata gatta che essendo la più vecchia si teorizzava fosse saggia, mentre in realtà la sua testa era fuori come un citofono. L'idea di una cenetta a base di pesce indusse gli altri a seguirla senza pensarci, ma si trovarono davanti Ciribiccolo con gli artigli sfoderati, il pelo arruffato e la coda dritta gonfia di pelo irto <<Fermatevi - ringhiò - quel pesce è avvelenato, non sentite l'odore dell'acqua?>>
<<Vero>> rispose Milou, la bellissima gatta d'angora, bianca candida su cui spiccavano gli occhi azzurri come due fiori. <<Non possiamo mangiare quelle porcherie. Avevo già sentito la puzza ma non pensavo venisse dal lago>> Lei era sofisticata e mangiava solo prelibatezze.
<<Propongo di andare a chiamare Vespasiano, lui saprà cosa fare,>>
Partirono tutti in fila per sei col resto di due e si fermarono davanti alla casetta di legno di Vespasiano. Gli spiegarono la situazione e il buon uomo li seguì fino al pontile e capì subito di che si trattava <<Poveri gattini miei, dall'altra parte del lago c'è una fabbrica e scarica nel nostro lago sostanze inquinanti, e i pesci muoiono. Se restiamo qui moriremo anche noi. Propongo di trasferirci più in alto ne bosco dove allevano le trote>>
I quaranta quattro gatti col resto di due capirono solo che le trote erano buone da mangiare e lo seguirono di buon grado. Vespasiano impiegò meno di un minuto a raccogliere le sue cose e partì con tutti i mici al seguito. Prima però volle usare un aggeggio che non usava mai, anzi lo detestava: il suo telefonino. Compose il numero di chi sapeva lui e parlò a lungo con la persona che stava dall'altra parte.
Chiuse la comunicazione, e si avviò serenamente verso l'allevamento delle trote.
Accadde un fatto strano, la fabbrica chiuse i battenti e fu denunciato il direttore per inquinamento. Il lago tornò a vivere e quaranta quattro gatti in fila per sei col resto di due, tornarono a riunirsi nelle notti di luna piena per gnaolare di cose mooooolto importanti.
Vespasiano ritornò al suo mestiere di guardiano del lago.