Tento di aprire gli occhi. Non vedo nulla, per quanto mi sforzi. Mi ci vuole parecchio per capire dove mi trovo: Una buca sotto terra.
Come ci sarò finita qui dentro? Ho sempre odiato gli ipogei bui umidi e freddi. Qui non è umido e nemmeno freddo. Sono immersa nella terra e pian piano affiorano i ricordi. Ieri sera io e Marc, abbiamo litigato di brutto, sono volate parole e schiaffi dati e resi. Ho cominciato io ed ho finito io, uscendo di casa subito dopo, sbattendo con violenza la porta. Marc è rimasto triste e deluso sul divano con Joy che gli leccava la faccia per consolarlo. Lo ricordo perfettamente. Sono andata verso il centro del paese fino alla gelateria di Laura, dove i gelati sono artigianali e biologici. Mi sono concessa un cono doppio di pesca, fragola e limone, i miei preferiti, senza cogliere il sorriso malizioso di Laura. Lei sa benissimo che affogo il dispiacere nel gelato, e mi prepara una grossa coppa di cioccolato e crema da portare a Marc, per fare pace. Sono uscita in strada ed ho percorso pochi metri nella via principale, illuminata da vetrine e lampioni, piena di gente. Per raggiungere la mia casa dovevo immettermi in una stradina buia e stretta, all’inizio della quale vari cartelli indicavano il limite di velocità, e quanto fosse stretta e a senso unico.
Non pensavo più al litigio con mio marito, ormai era acqua passata. Mangiavo golosamente il mio gelatone enorme gustandolo appieno, quando due fari abbaglianti vennero verso di me “contromano” pensai, e qualcosa di duro mi colpì e mi fece volare in aria e ricadere tra le foglie umide della riva del ruscello. L’auto che mi aveva investita era già lontana, forse l’autista ubriaco non si era nemmeno accorto di avermi investita. Caddi su un terrapieno ad un metro dall’acqua, e rimasi lì senza vita, il gelato sparso su tutto il terreno. Le foglie secche ricoprirono il mio corpo e di me nessuno seppe più nulla.
Quanto tempo è passato? Perchè mi risveglio solo ora immersa nella terra? Il terrore di essere sepolta viva. Devo uscire e lo farò subito.
Mi accorgo che le mie mani sono diventate delle grosse zampe, lunghe con unghie d’acciaio. Sono terrorizzata perché ho paura di quello che sarà il mio aspetto, e intanto scavo, scavo disperatamente. Sento che la terra sopra di me si fa sempre più leggera, dovrei essere alla fine della mia fatica. Ancora poche bracciate ed ecco la luce del sole. Chiudo gli occhi e lascio che i raggi mi avvolgano col loro calore. Tento di uscire tutta dalla buca, ma sembra che il mio corpo non finisca mai. Ancora un piccolo sforzo e sono fuori, anche gli occhi ora funzionano e vedo il paesaggio intorno, una vasta distesa di cespugli fioriti e pieni di spine, uccelli variopinti svolazzano intorno. Solo animali e piante, il resto è sabbia e deserto a perdita d’occhio. Volgo la mia attenzione al mio corpo, sono diventata un dinosauro. Le zampe davanti lunghe, coperte di squame, unghie lunghe cinquanta centimetri. Tutto il corpo coperto da una spessa crosta squamosa, le zampe posteriori stesso di quelle anteriori, lunghe unghie e squame dovunque. Sento sotto al palato due ghiandole velenifere e i miei denti, da predatore, aguzzi e grandi.
Sto impazzendo, o sono impazzita senza possibilità di ritorno.
Mi muovo e la lunga coda colpisce il terreno e i cespugli. La fame mi attanaglia le viscere, quanto tempo sarà dall’ultima volta che ho mangiato? Mesi, anni o secoli, direi millenni. Vedo una preda che fa al caso mio, sferzo il terreno con la lingua e sento l’odore di un roditore a pochi metri da me, ancora pochi passi silenziosi e l’animaletto non si accorge di nulla. La mia lingua scatta veloce, lo afferra e lo cattura, prima che riesca a capire cosa gli succede, lo sto già masticando con voluttà. La fame è fame. Troppo piccolo e troppo magro, ho ancora fame. Devo trovare una preda più grande e adatta a me, non c’è nulla qui intorno. Ad un tratto mi si para davanti una enorme ombra scura, un maschio della mia specie, grande come un palazzo di sette piani. Sarà il mio futuro compagno, il fecondatore delle mie uova e staremo sempre insieme, siamo una specie monogama. Ora capisco tutto: sono morta come donna, mi sono reincarnata in un dinosauro vissuto milioni di anni fa ed ora ho una nuova bellissima vita.
Non venitemi a dire che la reincarnazione non esiste.