Come più volte richiesto dall'amico Walter Fest, sempre alla ricerca di eroi, eccone uno dimenticato.
Un pomeriggio di maggio caldo e assolato, siamo negli anni settanta, una bimba di quattro anni gioca sul balcone di casa con un piccolo aquilone, la mamma la sorveglia ma l'aquilone le sfugge dalle mani e vola oltre il parapetto del balcone, nel tentativo di riprenderlo la bimba vola fuori nel vuoto ma la mamma riesce, con un gesto disperato ad afferrarla per le braccia.
Purtroppo la struttura della ringhiera è tale che la donna non riesce tirarla su, seduta per terra la trattiene con tutta la forza della disperazione.
Urla con quanto fiato ha in gola per chiedere aiuto e la piccola piange terrorizzata, purtroppo nessuno le sente perché nei pressi un cantiere produce rumori troppo forti e nel corso sottostante il viavai delle macchine e i clacson col loro frastuono impedivano di sentire la disperata richiesta di aiuto.
Passano i minuti e diventano ore e la situazione è sempre più tragica.
La povera mamma è disperata e si aggrappa alla sua disperazione per trattenere la sua bambina e impedirle di cadere. Urla inutilmente: <<Aiutoooo>>, nessuno sente.
Passano tre ore, finalmente un giovane operaio a bordo della sua auto sta tornando a casa dopo una giornata di duro lavoro, sente il grido, alza gli occhi e vede la piccola penzolare nel vuoto, non pensa a cosa fare, lo fa.
Parcheggia nel primo spazio libero e si precipita dentro al portone del palazzo, sale fino al settimo piano, ha già individuato l'appartamento e suona alla vicina.
Gli risponde una donna anziana <<Chi è>>
<<Signora, per favore devo solo passare, nel balcone vicino al suo c'è una bimba in pericolo>>
<< Perché dovrei crederle?>>
<<Signora, per favore devo solo passare sul balcone per raggiungere la piccola, sia umana e mi apra la porta, non sono un ladro>>, risponde con la voce concitata e ansiosa.
La donna con diffidenza e malvolentieri si decide ad aprire, ha paura, ci sono troppi ladri e lestofanti in giro anche se il giovane ha la faccia onesta.
Il ragazzo non la degna di uno sguardo, si fionda in sala da pranzo esce sul balcone e scavalca la ringhiera, rischiando di cadere nel vuoto, raggiunge al volo l'altro balcone, afferra la bimba per le braccia un secondo prima che la povera mamma esausta cada svenuta.
Tiene fra le braccia la bambina rassicurandola e calmando le sue lacrime nervose, la donna rinviene e lo abbraccia riconoscente.
La vicina suona alla porta e le raccontano la storia, si sente in colpa per non avere sentito le grida disperate
<< Non ho sentito nulla, ho lavorato tutto il giorno alla macchina da cucire e avevo la radio accesa.>>
<<Mi spiace davvero, se solo avessi sentito…>>
Il ragazzo decide di andarsene, deve tornare a casa dove lo aspetta la mamma che è in pensiero se ritarda.
Arrivano anche i vigili del fuoco e un'ambulanza che ormai non serve più.
La vicina si premurò di avvertire anche la stampa e il giorno dopo uscì un articolone a caratteri cubitali dove si parlava diffusamente dell'eroe che aveva salvato la bambina.
Arrivò anche il papà, che era all'estero per lavoro, e dopo il polverone del primo giorno non si parlò più del fatto.
Il giovane sparì nell'oblio, come ogni eroe che si rispetti non voleva pubblicità, e la famiglia traslocò subito in un appartamento ai piani bassi, lontana da quel palazzo.
Nessuno parlò più del salvataggio e in breve tutto venne dimenticato.
Il fatto è accaduto realmente negli anni settanta a Torino in c.so Peschiera e mi piacerebbe se ci fosse qualcuno a conoscenza del caso che si facesse sentire, sarebbe bello sapere che ne è stato della mamma coraggiosa e della sua bambina oramai donna e anche del loro salvatore.
Per l'amico Walter, ti va bene come storia di eroi?