Ciao umani. Sono la Logica.

 

Parlavo in questi giorni con una scienza mia cugina, la Matematica. Mi raccontava di come in questi giorni stesse cercando di guidarvi nella lettura dei Numeri, in modo da evitare effetti distorti e indesiderati.

 

Beh, ci ho pensato su e ho deciso che anch’io dal mio punto di vista voglio provare ad aiutarvi a guardare certe cose con l’occhio migliore possibile. Faccio questo dall’alto del ruolo che, a torto o a ragione, ho svolto nella storia del vostro Pianeta. Alcuni umani sono stati i miei fuoriclasse e li ricordo volentieri: mi basta mandare un saluto ad Aristotele e a Kant, e ho detto tutto.

 

Ma sappiate che io, la Logica, sono anche capace di uscire dal formidabile ragionamento di Aristotele e di Kant per essere più vicina a tutti voi umani, nelle cose di tutti i giorni. Divento più semplice e modesta, mi faccio chiamare semplicemente “Buon Senso”, ma sono sempre io, la Logica. Il mio contributo alla storia del Pianeta Terra è quello di aiutare le decisioni degli umani, per esempio nel definire le inevitabili “Regole”, affinché queste ultime siano rapide ed efficaci, portando quanti più benefici collettivi sia possibile. O quantomeno più benefici che danni, se mai occorresse bilanciare gli uni con gli altri.

 

Come mi ha suggerito la Matematica, guardo giù verso quel paese a forma di Stivale, l’Italia, e vedo così tante regole “non logiche”. E per me, che sono la Logica, cosa c’è di peggio di qualcosa di “non logico”?

 

In questi giorni che io so di limitazioni, di privazioni, di paura, le cose non logiche fanno ancora più danni che se non ci fosse nessuna emergenza da affrontare, nessuna difficoltà da superare. Ecco, questo è il punto: ciò che è “non logico” crea difficoltà, più di quante già ce ne siano. E capite bene che per me, che mi faccia chiamare Logica o anche solo Buon Senso, questo è un vero orrore.

 

Ho sguinzagliato alcuni amici fidati lungo le strade delle città italiane. Mi hanno raccontato che i negozi aperti sono solo quelli che vendono beni o servizi “di prima necessità”. Ma davvero? E questa regola vi sembra logica? Voglio dire, e qui voglio salutare un altro dei miei tanti fuoriclasse, Vilfredo Pareto: in questa regola ci sono benefici per tutti e danni per nessuno? Mi sembra proprio di no. Vediamo un po’ di spiegarci.

 

I tabaccai sono aperti, perché le sigarette sono un genere di prima necessità. Solo per i fumatori, direi tra l’altro. Ma supponiamo che sia giusto così. Ebbene, se quella della “prima necessità” è una regola logica, dobbiamo applicarla con una certa logica (scusate se continuo a usare il mio nome).

 

E quindi, perché i meccanici ciclisti sono chiusi? Se il medico di una piccola città non usa la macchina e visita i suoi pazienti in bicicletta e quest’ultima si rompe, cosa fa? Da chi si fa aggiustare la bici? Proprio in questi giorni, può un medico restare con la biciletta rotta? No, vero?

 

E perché le librerie sono chiuse? Perché un libro puoi comprarlo online? Sei proprio sicuro? E se un testo universitario è venduto solo nelle librerie universitarie e uno studente deve preparare un esame, cosa fa? Questo è senz’altro un esempio più banale del precedente, ma se vi mettete nei panni dello studente …

 

I miei amici ricognitori laggiù nelle strade d’Italia mi hanno anche raccontato che quasi tutti gli ottici sono chiusi, perché la loro attività non è chiaro se sia “di prima necessità”. Raccomando pertanto a tutte le persone miopi di stare molto attente a non rompere gli occhiali: un consiglio cosiddetto di Buon Senso.

 

Potrei continuare, ma mi fermo qui. Credo di essermi spiegata in modo semplice e logico (appunto).

 

Ah, mi sono però dimenticata di citare il mio peggior nemico, ovunque, da sempre, dall’alba dei Secoli: la Burocrazia Ottusa. Diffidate di lei. Ma forse questo state cominciando a capirlo da soli, vero umani? Aristotele, Kant e Pareto quasi non vi servono nemmeno.

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