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Nulla di lui si conosceva, neanche il nome. Nulla. "Sono malato, sono malato!". Camminando con passo incerto ripeteva, quasi una litania, questa affermazione, che non era però una richiesta d'aiuto. Aumentava il tono della voce all'approssimarsi delle persone. Incespicava a destra e a sinistra sulla strada acciottolata, abbruttita da una serie di negozi e dall'altro lato dalla chiesa di San Michele Arcangelo, ferita da ingiurie contro i carabinieri e da disegni osceni. Quando incrociava qualche passante gli andava incontro allungando la mano destra. "Sono malato, sono malato!". Alcuni lo evitavano cambiando direzione, "È un povero pazzo, lascia stare", altri lo guardavano con curiosità per poi chinare la testa. Altri ancora mettevano una mano in tasca per raccogliere qualche moneta. Davanti a questo gesto, lo sconosciuto si faceva scuro in volto e ritraeva la mano, lasciando stupiti e increduli i mancati benefattori. Mi capitò di incontrarlo all'imbrunire, quel momento magico del giorno che non sai bene, un istante, un colore del cielo che non c'è, un brivido tra quello che è già stato e che ancora deve capitare. Mi vide camminare verso di lui, alzò la voce e ripeté la solita nenia: "Sono malato, sono malato!". Mi fermai, si fermò. I nostri occhi si incrociarono, mi tese la mano che presi nella mia. Un silenzio di un attimo, prima di chiedere "Cosa ti fa male?". "Sono malato, sono malato!". Riformulai la domanda "Di cosa sei malato?". Mi rispose "Di malinconia". "E dove ti fa male?". Si toccò la testa e il petto. Ripresi "Ma tu sai cos'è la malinconia?". Notavo che il suo interesse per me stava aumentando sempre di più, come se in realtà fosse lui a indagarmi. Frugo' nella tasca di una veste lisa e logora, di un colore indefinito, dalla quale estrasse un taccuino con la copertina nera sgualcita e con i fogli sparsi, tenuti malamente insieme da un elastico verde. L'aprì con cura, con le unghie consumate, tra parole e parole affamate, affastellate, incomprensibili, una accanto all'altra. Lesse a voce alta "La malinconia è una sensazione nostalgica associata a ricordi o percezioni di bellezza perduta". Si fermò, come dire "E adesso? Adesso cosa mi dici?" Un attimo di esitazione "Scusami, ma che ricordi hai della bellezza che dici di aver perso?" Sorrise mostrando i pochi denti disponibili, mi abbracciò tirandomi con forza a sé e mi sussurrò "Ho perso la bellezza di Dio, perché l'ho abbandonato", poi all'improvviso urlò, facendomi spaventare, "Sono malato, sono malato!", e come non ci fossimo mai incontrati, mi scanso', riprendendo a camminare come un penitente alla ricerca di un'assoluzione che non trova. Alcuni dicono fosse un prete lontano dall'ortodossia, per proposizioni eretiche, altri l'incarnazione di Fra Dolcino, scomunicato da papa Clemente V che senza requia vaga disturbando le giornate sonnacchiose e lente della città. "Sono malato, sono malato!" Nulla di lui si conosceva, neanche il nome
Garçon cassecouille, 13 December 2024
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JulyFlo, 07 December 2024
CERCASI APPRENDISTA CON ESPERIENZA
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Utente Anonimo
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Le Ombre della Sera Luca era un ragazzo di ventidue anni, cresciuto in una piccola città del nord Italia, dove tutti conoscevano tutti. Fin da piccolo, aveva mostrato un talento naturale per il calcio, ed era stato sempre al centro dell’attenzione, sia in campo che fuori. Tuttavia, dietro il sorriso [...]
Pix mi fissa. Da due giorni Pix mi fissa! Quanto meno da due giorni me ne sono reso conto. Forse la cosa va avanti da chissà quanto tempo. In genere uno non sta lì a controllare con molta attenzione se il suo criceto lo fissa. Da due giorni almeno il mio criceto smette ogni attività e si [...]
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An Old Luca:Post Scrittum (per esteso che ps si confonde con Piccola Stella😅): io [...]
Non so cosa significa effettivamente... le poche volte che sono stato incazzato sul serio, ho scaraventato contro la fonte della mia "incazzatura", il primo oggetto che mi è venuto a portata di mano... Una volta ho tirato uno "zoccolo di legno" contro Stefania... ma, imbranato come sono, ho [...]
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Walter Fest:Se non vedo almeno 30/40/50 commenti mi incazzo...
Dario Mazzolini:mi è piaciuto tantissimo anche.il secondo atto. Non sono incazzato dopo [...]
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Torino giovedì 29 giugno 2006 ore 22 e 22 Sono incazzato... sono incazzato... sono incazzato... “Finalmente sei qualcosa! Perché sei incazzato?" “Non rompere... sono incazzato e basta... fatti miei!” “Si da il caso che siano anche fatti nostri...delle tue "altre" anime...” “Non [...]
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Dario Mazzolini:carissimo zero assoluto. Il titolo è azzeccato il testo di più. [...]
zeroassoluto:Grazie Dario! Il racconto è in tre parti consecutive... peccato [...]
Sugli scogli rugosi degli errori il mio tormento si confonde col sciabordio in tempesta di questo mare inconsolabile. Perdonami, oh mio destino, l'egoista gelosia acceca l'anima col fumo dell'inganno perdendo il mio unico amore! Perdona la mia paura di perdere la perla più preziosa dell'universo [...]
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Cavallaselvatica:molto carina l'immagine del 'mare incosolabile'; o forse lo siamo [...]
UNA RAGAZZA DI CITTA’ Sfollati da Milano in campagna, tra i boschi del Varesotto, durante la Seconda guerra mondiale io e i miei fratelli, spensierati e giocosi, coglievamo more, funghi, castagne, fragole, ciclamini, e tutto quello che la natura generosa metteva a portata di mano. Le escursioni [...]
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Lawrence Dryvalley:Cara Savina, grazie di averci lietato con la delicatezza e la spiritualità [...]
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Un giorno Daniele e il babbo stavano giocando a racchettoni sulla spiaggia di Giulianova, dove si trovavano in vacanza. Daniele chiese al babbo di fare un tiro fortissimo e il babbo lo fece, ma invece di direzionare la pallina verso la spiaggia, la lanciò verso il mare aperto. Il tiro era veramente [...]
Due atomi fanno tre storie. (Citazioni lapalissiane, Thomas J. Plight) Ho ribattezzato rettifilo il viale che corre dalla Stazione al Porto, nonostante l’interruzione circolare di Piazza Cairoli e il bivio sbilenco che lo rende uno con Corso Roma. Ero uscito prima del solito dall’ufficio, per [...]
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“Ehi, ancora non hai caricato le valigie?” disse Miriana entrando nella grande cucina che occupava tutto il piano terra della villetta di Villa Ciambra. “No, parto domani, spero. L’auto non parte, la devo fare controllare, spero si risolva in giornata” rispose Giacomo alla domanda di sua sorella [...]