Tempo disumano
Siamo arrivati e pure superato, non so neppure come, in verità, i fottuti titoli di coda dell’anno 2023, compreso il solito, farneticante, becero discorso del Presidente della Repubblica, che ovviamente non ho ascoltato; non era necessario, tanto avrei dovuto sopportare sempre le solite quattro e insulse, pseudo democratiche fregnacce da elargire al gregge. Il termine di un'altra estesa misura di tempo confusa e annichilente si è conclusa, senza nessuna certezza né nell'avere compreso, ancora una volta, il drammatico cammino che stiamo percorrendo come umanità claudicante, corrotta nell’anima e nelle sue intenzioni consapevoli. Non abbiamo imparato nulla né cercato di rendere migliore la vita di chiunque e neppure nei confronti del nostro pianeta, che ci recapita incessantemente segnali climatici inequivocabili di quanto un possibile baratro non sia poi così distante dallo spalancarsi improvvisamente sotto i nostri piedi.
La terra esisteva miliardi di anni fa e continuerà a vivere anche dopo la nostra possibile, misera estinzione. Non sarà domani, certamente, ma l’inevitabile clessidra del tempo sta per ultimare i suoi definitivi e inesorabili capovolgimenti. Le leggi naturali del Quantum hanno un loro preciso indirizzo, remoto e ineluttabile quanto l’universo. Sono svincolate dalla miserabile strafottenza e avvilente ipocrisia umana. Siamo ospiti di un antico disegno celeste che rinneghiamo quotidianamente con le nostre innumerevoli azioni malvage, abiette.
I governi, i potenti, così la stragrande maggioranza dell’informazione mondiale: becera e asservita, sono solamente l'immagine di ciò che loro perseguono con cinica tenacia, fuori dalle benevole intenzioni di difendere, affermare l’interesse e l’assoluta bontà dei valori di specie. Mi chiedo, quasi incessantemente, oramai, se dietro tutto questo nulla spaventoso ci siano ancora degli uomini pensanti, degni di essere nominati tali, o esistano soltanto schiavi muti e consapevoli di servire un padrone sempre differente, che li possa nutrire di nuove menzogne, li alimenti di un vuoto cosmico interiore che non pretende né chiede arrendevolmente di avere nessuna emozione, principio d’appartenenza, bellezza, disconoscendone miseramente tutte le loro incantevoli meraviglie? Aumentano esponenzialmente le guerre; anche quelle personali e di comune relazione, ahimè! Così è per la miseria, il confronto cieco e armato tra religioni, le loro becere motivazioni per poterle accendere ed esercitare con spregevole intenzione. Sembra che la voracità insaziabile della morte e dei suoi intenti abbia preso il controllo sulle narrazioni della vita e sia divenuta un principio assoluto da sfamare in qualunque modo. Il semplice diritto all’esistenza, così al saziarne la fame, invece; non soltanto alimentare, ovviamente, insieme alla profonda solitudine antropica, sembrano non guidare più il pensiero degli uomini, arresi a questo inevitabile declino.
In ragione di queste assurde, devastanti condizioni del pensiero umano, si spacciano il consumismo e molte altre futilità dei nostri giorni come importanti traguardi da raggiungere. L’imprescindibile necessità per essere felici, un bisogno irrinunciabile, una glaciale e accecante luce di faro del nostro quotidiano. Il volontariato, la carità, la raccolta di fondi, la difesa delle risorse naturali e materiali, a favore di molte delle inefficienze umane, vengono colpevolmente lasciate alle libere (forse) associazioni, così allo stesso senso altruista della comunità attraverso messaggi propagandistici, costruiti ad arte, per scavare, come un sottile mantra, dentro il sentire comune una sorta di senso di colpa ancestrale. Questi aspetti penosi, mostruosi e profondamente ingiusti, non sono, essi stessi, originati e diretta responsabilità del Potere? Questa lunghissima somma di problematiche esistenti e ancora irrisolte, non possono essere ascritte né causate soltanto dal profondo menefreghismo, dall’insensibilità e dal cinismo delle persone comuni. Trovo davvero raccapricciante che si usino mezzi comunicativi, come lo sono ultimamente certi spot pubblicitari e le loro immagini pietose, di assoluta povertà e devastazione, in cui, tra l’altro, desidero citarne e soltanto per esempio, quelli in cui l’esistenza di bambini malati, denutriti, affamati possa essere salvata solamente per mezzo di donazioni a favore dell‘acquisto di “sostanze nutritive” all’interno di bustine monodose, che vengono sventolate con mortificata espressione d’umanità, come manna dal cielo risolutrice. Già, perché la loro misera vita, quindi, non avrebbe nessuna possibilità di altro futuro, ma merita soltanto quel tipo di alimento, di soluzione, di mera esistenza. Quell’infanzia dolorosa non dovrebbe avere il medesimo diritto di crescere normalmente, ricevendo pasti abituali, potendo mangiare cibi masticabili e con la possibilità aggiunta, magari, che abbiano gusti e consistenze differenti e che non siano soltanto commestibili, “nutrienti”? Questo è il senso di profonda vergogna, disagio e malessere interiore che dovrebbe attraversare i responsabili di questa feroce ingiustizia senza fine, ostentata, bensì, come illuminante carità solidale.
La storia remota ha già consegnato all’umanità intera un “mare magnum” di Ponzio Pilato, che hanno avuto soltanto il de-merito di proclamare la propria impotenza nei confronti delle piaghe insanabili della società e di demandare, ancora una volta, al semplice cittadino il tentativo di arginare questa deriva infinita. Tra l’altro e per differenti necessità di specie, dove mai potrà andare una collettività che, da troppo tempo, oramai, affida i suoi bisogni e molte delle scelte personali agli influencer, così ai mentitori seriali in altri campi e ben più importanti per la vita di tutti? Avremmo bisogno di uomini veri, di una visione nuova e autentica, di menti libere e giuste, lungimiranti… incorruttibili. Anime pure, affrancate da ogni mero interesse personale, che siano davvero intenzione di una guida retta: la sostanza certa per questa umanità così arrogante ed egoista, persa tra le avvinghianti nebbie della futile apparenza.
Ecco, per tutte queste considerazioni e per molto altro ancora, in verità, non ho potuto né potrò accogliere silenziosamente nemmeno questo prossimo momento di festa pseudo religiosa né con l’indispensabile attenzione e leggerezza nell’anima, perché avvelenata costantemente da un profondo senso d’impotenza e dalla pervicacia delle malvage intenzioni, senza ritorno, del Potere e dei suoi membri vigliacchi, ingordi, miserabili e lobotomizzati, così distanti dalla realtà e dal raggiungere le ragioni del vivere i valori in comunione. Tuttora immersi completamente nel consapevole, crudele e risoluto esercizio dei loro fantasiosi, ciechi e pericolosi giochi di comando, nonché maligni e caparbi disegni di trasformazione transumana, nell’accezione più negativa, terribile e nefasta di questo antico e pericoloso termine.
© Roberto Anzaldi