Se solo fosse Jagger. Avrebbe camminato sulle strade dell’amore per vederle, fino all’orlo, andare a fondo nelle lacrime. Per lo meno,  ne avrebbe approfittato per plasmare le sue pene trasformandole in canzoni.

Cambiò stazione radio. Mentre fuori, in quell’istante, il vecchio stronzo di Fonseca aveva appena caricato un altro pollo da spennare. Mise in moto e procedette, lentamente, ad avanzare nella coda dietro al taxi di Abelardo. Secondo le statistiche, di lì a tre quarti d’ora, avrebbe riacquistato il piazzamento in prima fila. La sigla terminò e il notiziario prese il via. L’edizione della notte. Si fermò ad ascoltarlo, curioso delle news.

Sentì la voce insulsa dello speaker blaterare di politica, vaccini, morti celebri. In mezzo a terremoti e finte guerre commerciali tra gli yankees e i cinesi. Il mondo andava a rotoli. Gli umani messi all’angolo. Eppure, chissà come, riuscivano ogni volta a fare salvo il culo entrambi. Gli umani ed il pianeta. E a volgere quel culo verso i prossimi millenni. 

La cronaca incalzò. Il caso del momento che teneva per le palle tutto quanto il Portogallo. I due quattordicenni evaporati giù all’Alfama, nel cuore di Lisbona. Dissoltisi nel nulla in un banale giovedì. Di ormai un mese prima. Faccenda complicata. Non c’era un testimone e tantomeno un sospettato. Gli sbirri sotto stress che brancolavano nel buio. I vicoli del bairro setacciati palmo a palmo. Parenti e poi amici, turisti e vicinato. Chiunque, in qualche modo, potesse offrire indizi, era già stato interrogato. Eppure ancora  niente. Quei figli di puttana sembravano spariti. Le tracce cancellate. La pubblica opinione si affidava alle preghiere. Gli sbirri alla fortuna. E Marlowe e Sam Spade se la spassavano di brutto. Cazzo, loro sì, che avrebbero da un pezzo, sbrogliato la matassa. Scovando i due pischelli e riportandoli affanculo tra le cosce delle madri.

Detective alla Marlowe. In pieno stile Hard Boiled. Il prossimo mestiere, appeso il taxi al chiodo, sarebbe stato quello. Un lurido ufficetto per ricevere i clienti. La “bionda” d’ordinanza sempre accesa tra le labbra. Revolver in fondina e via per bassifondi, tra bettole retrò, un Bourbon dietro l’altro e il classico contorno della bambola fatale. Magari ci scrivevano una serie: Detective Jorge Alves, il fiuto non perdona.

La voce lo distolse da quel film. Maschile, fastidiosa, rauca.

- Hey fratello, come butta? Ce l’hai un mozzicone?

Jorge l’osservò senza fiatare. 30 anni, sporco, bianco. Un trio di cani al seguito e zainetto sulla spalla. Il tanfo che emanava gli salì per le narici. Alcol dei peggiori. Comprato a buon mercato in qualche spaccio bengalese. Trovò le sigarette. Ancora un altro paio. Le porse al vagabondo e fece cenno di sloggiare. Quello gli obbedì e indietreggiò senza obiettare.

Lo vide allontanarsi nella notte lisbonese, a passo barcollante e i tre randagi fidi al fianco.

Un cristo derelitto in mezzo al resto degli umani. Chi con un lavoro, un tetto saldo e un conto in banca. Chi le pezze al culo ed un domani da inventare.

Tutti alla ricerca, spesso vana, di qualcuno o di qualcosa. Forse di una strada. 

E di un motivo consistente per decidersi a seguirla.

Rimase ad aspettare. Pensando a Catarina che scopava con Fernando. Un fremito fulmineo gli percorse braccia e gambe, riportandolo al presente.

Nessuna alternativa. La mente era una trappola che andava governata. A costo di fallire e rassegnarsi alla follia.

Le valvole di sfogo. Strumenti benedetti grazie a cui si andava avanti. Che fossero la pesca, i francobolli o il bungee-jumping. Oppure due bambocci rimorchiati giù all’Alfama con la scusa di un affare. Condotti dal quartiere in una anonima topaia, resi innocui a suon di Rum e segregati giù in cantina per concludere il clichè. Giocattoli di carne ad uso pieno ed esclusivo. Su cui far ricadere torti, delusioni, frustrazioni e colpe altrui. Su cui infierire duro praticando, in libertà, qualunque genere di abuso. Ripulendo dalla mente oscuri demoni in attesa ed ogni embrione di pazzia.

Il gioco delle parti. Le prede e i predatori. La lotta di ogni specie per difendere la base. Ciascuna col suo ruolo. Pedine al loro posto in un perfetto marchingegno. 

Le cose funzionavano così. Da secoli o millenni.

Decise che a cambiarle, non sarebbe stato lui.

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