Vorrei avere una macchina in grado di cancellare ogni traccia di te dalla mia mente. Ogni traccia del tuo odore dalle mie mani. Ogni tuo sguardo. Ogni tua fattezza. Ogni sagoma in controluce. E mondare il mio cervello da ogni tuo ricordo, ogni tuo gemito, ogni tuo piccolo impercettibile movimento quando ti sono dentro. Strappare la tua lingua dalla mia. Staccare ogni lembo del tuo umore dalla mia pelle. Perché io non ci riesco. Non ce la faccio. Perché tu sei nei miei recessi e ne sei la padrona. Perché tu non mi basti mai. Perché tu sei l’amore che vorrei. L’amore che non conosce pietà.

Mi ci vorrebbe una macchina. Una crudele macchina arcigna. Freddo metallo, processori e calcoli essenziali. Una macchina che facesse lo sporco lavoro. Che riuscisse ad arrivare nello sprofondo dei miei fondali, dove la luce non filtra, ma ci sei tu. Tu e il tuo sorriso. Tu e il tuo corpo. Tu e la voglia che mi esplode dentro. Perché è così triste e vuota la vita che c’è là fuori senza di te, senza la tua presenza. Inutile come una cornice senza un quadro, una spiaggia senza il mare. Come una risacca senza rumore. E a me non resta che vivere il momento. Vivere la tua assenza, mentre tu sei altrove. Chiusa dentro quell’astruso palazzo senza fiori. Dentro la tua vita preconfezionata, fatta di compromessi e di consuetudini desuete. Persa sotto quel cellofan immacolato che incarta la facciata smunta.

E il grido mi sale dentro. Un urlo fatto di mille voci. Un urlo primitivo, cosparso di ruggiti e di rancore. Di freddo della notte. Di buia solitudine. Di bagliori cosmici. L’unica risposta è urlare. E urlare, urlare fino a quando il fiato mi abbandona. Urlare alla luna, ai venti, alla terra arsa. Agli alberi ciclopici. All’aria che mi circonda. Urlare l’ira, la rabbia, il dolore che ho dentro, quello che mi nasce d’impeto la sera quando allungo la mia mano senza trovarti, senza sapere dove sei, dove sono. Perché senza te io non sono in nessun posto e nessun posto è casa mia. Un lupo affamato e ferito che vaga nella notte, questo sono. Questo io sono senza il tuo respiro. Senza i tuoi occhi fissi dentro i miei. Senza il tuo volto appiccicato al mio. Fino a quando l’alcol entra in circolo. E la vista si annebbia e le mani non tremano più. E la pace arriva piano, sovrasta ogni cosa avvolgendola come un abbraccio di una premurosa madre. Come una delicata carezza. Come un sonno perenne fatto di sogni dove tu ed io siamo qui, adesso.

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La fermata

21 November 2024

Siamo sette alla fermata, è umido ma i saluti fioccano. Siamo un gruppetto abitudinario nel quale Crocefissa spicca. Guarda le moldave, le russe e le africane con distacco. Se non avessi giurato sui miei figli di tacere le spiegherei che la fermata è il punto dove i mezzi pubblici stradali si [...]

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  • Ellissa: la vita è un continuo ricercare un' equilibrio tra noi e gli altri. [...]

  • U1657: Santa crocifissa!!!

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Egregio Sig.Ictus

21 November 2024

Ex alza il viso dal piatto al ristorante e la vita è cambiata in un solo istante. Il suo viso è una ridicola maschera tanto che immediatamente penso stia facendo lo sciocco, la ragione non vuole vedere l’abisso che mi aspetta se solo lasciassi entrare i pensieri logici. Poi tutto precipita. Capisco. [...]

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  • Vally: Grazie Dario.
    Buona giornata

  • Adribel: Mi sono venuti i brividi ma penso che il sig. Ictus sia un ver0 signore, determinato [...]

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Le mollette

21 November 2024

Ho sempre odiato stendere i panni. Sempre. Lo faccio solo perché mi piacciono le mollette. Ho mollette sparse per casa e spesso ancora attaccate a lenzuola, pantaloni e camicie che ritiro e piego in modo rapido e ripongo in luoghi riparati e sicuri chiamati armadi. A volte indosso i miei vestiti [...]

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  • Ecate: Grazie!!! Mi fa piacere alleggerire i cuori :-)
    @Dario: un corso accelerato [...]

  • L’esilioDiRumba: Da bambino mi divertivo con i miei amici e parenti maschi della mia stessa [...]

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Racconto ln breve la schiavitù dal cellulare

Le persone sono portate a schiavizzarsi.

21 November 2024

È già da tempo che le persone non ragionano con la propria testa, ma con la testa degli altri. Cioè di quelli che manipolano gli individui per portarli a raggiungere gli scopi che si sono prefissati, e la gente crede che tutto si svolge nell'interesse e nel bene dell'umanità- (Praticamente schiavizzarsi [...]

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  • Gennarino: Rubrus: Si, vero, ogni epoca ha avuto il suo prodotto innovativo criticato, [...]

  • L’esilioDiRumba: Molti ragazzi di oggi riescono, ancora più di quelli ddella mia generazione [...]

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Il caffè col babbo

20 November 2024

È uno dei miei ricordi più belli. A prima vista può sembrare banale ma non lo è. Avevo preso l'abitudine, a metà mattina, di bere il caffè col papà. Ovunque mi trovassi per noi era un'appuntamento fisso. Se potevo andavo a casa dei miei, altrimenti lo bevevo con lui a distanza: dai clienti se ero [...]

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  • Lawrence Dryvalley: Ciao Dario, ho letto questo e le ultime tue proposte anche se non ho commentato. [...]

  • Dario Mazzolini: grazie Lorenzo. Ti leggo sempre volentieri pure io. Grazie ancora per il tempo [...]

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Condanna D'Amore

20 November 2024

Condanna Ad ogni battito di ciglia i suoi occhi indigo sprigiona in me ardente ardore. Ha dimenticato il mio sole caldo nel suo vascello come astro d'amore in quei fluttui delle sue tribolazioni. Ero al suo fianco come ancora di salvezza per non farla annegare, conficcata nella sabbia della sua [...]

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Doppio sogno (2/2)

PG
19 November 2024

Nomina Omina. C’è un destino nei nomi, come nelle collocazioni geografiche. Quella di Los Angeles, confinante con il mare del tramonto giustificava una nota malinconica e decadente, come le palme del vialone mi suggerivano con garbo. Forse avrei potuto inserire questo pensiero, che mi pareva passabilmente [...]

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  • Rubrus: Un buon racconto, ben costruito, con una trama ben articolata e ben scritto. [...]

  • Gennarino: Molto bello. Bravo

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Goal

19 November 2024

Fare il medico gli piaceva. Dopotutto non era un lavoro pesante come fare il fonditore. E lui per tanti anni di estate quando chiudeva la scuola il fonditore lo aveva fatto davvero. Dalla mattina alla sera insieme al suo babbo. Di quei giorni lontani gli erano rimasti sulla pelle del dorso delle [...]

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La luna in una stanza

Ispirata a "il cielo in una stanza"

19 November 2024

La luna in una stanza Varco l'uscio, chiudo la porta, accendo la luce, mi trovo solo con la luna. In una stanza.

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Sensuale

18 November 2024

Ho scompigliato i tuoi capelli stelle filanti di argento e oro Ho baciato i tuoi occhi di mandorle e miele la tua bocca letizia di scandalosa grazia Ho baciato I tuoi seni che sono onde di mare Il tuo innocente candore di lussuria, estasi che trascende il corpo, in un triangolo oscuro di umido [...]

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  • PRFF: Eros, Bacco, un goccetto di innocente perversione, un tocco di spiritualità [...]

  • Dario Mazzolini: grazie prff per il tuo commento spiritoso. Se vogliono pagano il biglietto [...]

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Doppio sogno (1/2)

PG
18 November 2024

La vita influenza il sogno. E viceversa. (Dialoghi Onirici, Thomas J. Plight) Era una mattina di uno splendido Luglio, mi sentivo molto vivo, immerso negli scarichi ignoranti di uno degli quattro letali serpenti di veicoli. Scorrevano affiancati e vagamente consapevoli l’uno dell’altro. Anche [...]

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CENTRALE PARANOICA 6

CICCIONE FA UN BUDDHA

18 November 2024

CICCIONE FA UN BUDDHA Hi, qui è la Centrale Paranoica, non siete ancora stufi di noi? Oggi è la volta di Archie, un gran predicatore ed un gran ciccione. "CICCIONE FA UN BUDDHA" sta scritto su una specie di arco sul vialetto che porta al suo bungalow a forma di Igloo. In effetti il suo giardino, [...]

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