«Scusami, per caso hai visto qualcosa?», le chiese il commissario credendo di essere sulla strada giusta.
«Forse!», si limitò a rispondere la patatina che aveva dinanzi. E si presentò col nome di Dixi San Carlo.
«Che intendi con quel “forse”?»
«Che forse posso aiutarti. Dipende da te!»
«Ho capito l'antifona!», esclamò l’investigatore e tirò fuori il portafoglio estraendo una banconota da cento Pai.
«Non voglio essere pagata, o perlomeno non col denaro!»
«E allora in che modo poss...», non gli fece finire la frase che la tuberina lo bloccò mettendogli un dito in bocca.
Lui cominciò a sgranocchiarlo con gusto, per continuare ancora con Più Gusto.
«Sei uno gnocco da paura, sai? Se ti aiuto, ti andrebbe di passare la notte con me?», propose Dixi con fare seducente.
L'investigatore assunse un'espressione compiaciuta.
«Immagino che c’è l’hai dorato», aggiunse l’attraente patatina.
«Va bene. Dai, friggi tutto!»
Dixi gli raccontò che, mentre se ne stava seduta ad un tavolino, si era accorta che il proprietario sotto la maglietta dal bancone del bar aveva nascosto furtivamente uno di quei coltelli usati per tagliare gli agrumi, per poi con atteggiamento guardingo allontanarsi piano piano in direzione dell’uscita.
«Porca Patata! Non mi aveva convinto fin dall'inizio quello lì», pensò il commissario, realizzando per l’ennesima volta quanto fosse affidabile il suo sesto senso.
Rientrò dentro il locale per parlare nuovamente con il probabile colpevole e tentare un bluff per inchiodarlo.
«Un testimone asserisce con certezza che dopo averti seguito ha assistito all'uccisione della signorina Snella. Sei fritto!», disse il funzionario di polizia mettendolo alle strette.
Il gestore del discopub ingiallì a quelle parole.
«Non ho fatto nien-te!», balbettò scuotendo la testa.
«Le prove sono a dir poco schiaccianti, inoltre l’utensile non è di tipo comune, se hai provveduto a farlo sparire lo cercheremo in maniera accurata mentre, se hai provato a ripulirlo, ci penserà la scientifica. Ti assicuro che le tracce rimangono sempre!»
Il sospettato si mise a tremare per poi scoppiare in lacrime accasciandosi sopra il bancone come un sacco di patate.
«Pata, mi ricattava da circa un anno, se non le davo tremila Pai al mese, avrebbe spifferato a mia moglie che la riempivo di pop-corn con alcune clienti.»
Il commissario annuì, ammanettò Yonkers e, prima di portarlo alla centrale, si fece dire dove aveva nascosto l'arma del delitto. Quest’ultimo indicò una friggitrice piena di olio.
Siffreni mantenne la promessa fatta alla San Carlo, infatti, dopo aver stilato il rapporto riguardo l'indagine lampo, si avviò verso la casa dell'appariscente patatina dal momento che gli aveva fornito l'indirizzo.
«Ops, sei così Gustosa che in pochi minuti ti ho già riempita di maionese, mi sa che ho fatto una frittata.»
«Tranquillo, tanto prendo la Puff pillola!», lo rassicurò lei.
«Io di patate ne ho viste tante, gustose, fragranti. Non ce la faccio a stare senza. Ma nessuna è come te. Fidati di uno che le ha provate tutte, tu sei la migliore», ammise il poliziotto con tono intrigante.
«Mi fido Croccantino, e allora non trattarmi mai come una semplice Amica», concluse la patatina.
E ritornarono a patatare, con la radio accesa e con sottofondo la canzone "Evviva la patata, evviva chi l'ha creata!", di Wacko’s Santini.