Eravamo nudi, seduti ad ascoltare
la musica del mare, stanchi dopo aver corso
e riso, e cantato melodie senza senso
dando sfogo alla nostra passione
volevamo solo sovrastare la voce del mare
urlare al mondo il nostro amore e
confonderlo nel vento che arrivava da lontano.
Eravamo soli in quel momento
quando il sole si adagia all’orizzonte
bruciando il cielo e il mare e gli uccelli
solitari che tornavano ai nidi.
La nave che riempì i nostri sguardi
passò lenta confondendosi fra il cielo
e quel fuoco che bruciava sul mare
chissà dove avrebbe portato il suo carico
di storie, destini di uomini e donne.
Aveva le luci accese
nella penombra del crepuscolo
ci giunse leggera una musica
il suono di un valzer
che ci fece rabbrividire.
Ci accorgemmo di essere ancora nudi
il calore del nostro amore si era disperso
nel fuoco di quel tramonto che
non riscaldava più i nostri cuori.
Ecco che la ragione si faceva sentire
Tornava insinuandosi nelle nostre menti.
Vidi le tue labbra tremare e l’occhio piegarsi
era ora di tornare, riprendemmo le vesti abbandonate.
Un ultimo sguardo all’orizzonte prima di andare
mentre ti stringevo la mano.
La notte s’impossessò del cielo e le stelle
uscirono alla rinfusa disperdendosi
come bambini quando escono da scuola.